
06 Apr ALBERTO BARDI
Aberto Bardi iniziò ad avvicinarsi alla pittura sin da giovane, affiancando la carriera di pittore alla sua attività politica e di uomo di cultura.
L’8 settembre del 1943 Bardi si unì alle prime formazioni partigiane, assumendo il comando dell’8a brigata Garibaldi, con il nome di “Falco”. In seguito, prese il comando della 28a Brigata GAP “Mario Gordini”, con cui nel dicembre del ’44 guidò la liberazione di Ravenna, al fianco di Bulow, nome di battaglia di Arrigo Boldrini. Alla fine della guerra, si riavvicinò alla sua prima grande passione, la pittura, frequentando lo studio di Teodoro Orselli e iniziando la collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Ravenna, di cui divenne uno degli insegnanti.
Ben presto fu trasferito a Terni, Faenza e infine a Venezia, dove entrò in contatto con l’ambiente artistico della città, frequentando, tra gli altri, Emilio Vedova, Armando Pizzinato e Giuseppe Santomaso. Nel 1961 si trasferì stabilmente a Roma e iniziò a frequentare la Casa della Cultura di cui, a partire dal 1967, divenne Direttore, mantenendo questo incarico fino alla morte, il 29 luglio 1984. Sotto la sua guida, la Casa della Cultura fu un grande centro di riferimento del dibattito intellettuale internazionale, grazie al quale Bardi entrò in contatto con le tendenze artistiche della Capitale, incontrando personaggi come Gastone Novelli, Giulio Turcato e soprattutto Achille Perilli e il critico d’arte Nello Ponente.
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